La lettera dell’Ufficio regionale scolastico a studenti e famiglie per l’avvio dell’anno

Agli studenti delle scuole dell’Emilia-Romagna, alle loro famiglie, ai Dirigenti Scolastici, ai docenti, al personale ATA, ai Dirigenti e al personale degli uffici dell’Amministrazione.

«Non mi importa di dovermi sedere sul
pavimento a scuola. Tutto ciò che voglio è
istruzione. E non ho paura di nessuno.»
(Malala Yousafzai, Interview)


Le parole di Malala Yousafzai, nominata per l’International Children’s Peace Prize, costituiscono
l’incipit per porgervi il mio augurio in occasione dell’inizio delle lezioni dell’anno scolastico
2021/2022.
La ragione per cui richiamo la vostra attenzione su queste parole è riposta nel desiderio di
“istruzione”, che traspare chiaramente nelle frasi sopra indicate e nei valori che questa studentessa
pakistana rappresenta, per i quali si batte audacemente, che mi auguro vi accompagnino durante
questo nuovo anno scolastico, e non solo. Ci sono cose che sembrano quasi scontate nel nostro
contesto, laddove l’istruzione e la frequenza scolastica sono un diritto acquisito, diritto che abbiamo
dato per “scontato” e che lo scorso anno abbiamo visto vacillare tra pandemia, didattica a distanza,
aperture e chiusure.
Malala non ha “paura di nessuno”, perché ha il coraggio del cuore e della ragione che motivano la
sua stessa volontà di andare a scuola, anche se a scuola dovrà “sedere sul pavimento”. Gli ostacoli e le complessità si superano se abbiamo il coraggio di “andare oltre”.
Proviamo ad assumere questa prospettiva per il nuovo anno? Proviamo, insieme, ad “andare oltre”?
Quante volte abbiamo pensato che il coronavirus fosse una “finzione”, qualcosa che sarebbe
passato rapidamente in modo indolore, quasi irreale? Non ci abbiamo creduto, all’inizio, abbiamo
atteso la sua scomparsa, ci siamo arrabbiati, abbiamo rifiutato, abbiamo gridato e… piano piano,
stiamo metabolizzando che il COVID è divenuto una condizione strutturale del nostro vivere
quotidiano. Oggi fa purtroppo parte delle nostre vite.
Non importa se andremo a scuola con la mascherina, se vivremo qualche complessità in più
nell’arrivare a scuola, se dovremo mantenere il distanziamento, se apriremo le finestre per aerare
le aule anche in pieno inverno. L’importante sarà ed è “ri-trovarsi” a scuola, incontrarsi, intrecciare
gli sguardi di condivisione con i compagni e vivere il nuovo anno scolastico come un nuovo viaggio.
Questo è il mio primo augurio alle studentesse, agli studenti ed alle loro, le nostre, famiglie:
cerchiamo di stare uniti nell’afflato comune di vivere il rientro a scuola con emozione, con desiderio,
con rinnovato stupore, non come qualcosa di assodato, ma come un diritto rinnovato.
Il mio secondo augurio: in questo viaggio vi auguro di “viaggiare leggeri”, senza bagagli pesanti da
trasportare con la fatica della monotonìa, ma con uno sguardo curioso e “affamato”. Qualcuno
sostiene1 che il vero viaggiatore si riconosce dal bagaglio essenziale, appunto “leggero”, che porta
con se’ cio’ che serve veramente. Nel preparare i vostri zaini, nel sistemare i libri, nel valutare i mezzi per arrivare a scuola, guardiamo a ciò che conta e questo vale anche per tutti noi, amministratori e fornitori di servizi scolastici che abbiamo necessità di alzare lo sguardo. Purtroppo alcune azioni sono diventate tristemente comuni, perché ci consentono una frequenza sicura, ma la scuola è altro: è didattica intelligente, è relazione, è socialità ed è comunità professionale. Portiamo con noi quello che ci serve veramente, lasciamo sulla porta gli orpelli e concentriamoci sullo studio e sulla relazione, il cuore delle nostre scuole.
Un uomo illuminato, genio dell’informatica, Steve Jobs, anni addietro, in occasione della consegna
dei diplomi all’Università di Stanford, terminò il suo discorso di augurio ai laureandi così:
“Sul retro di copertina dell’ultimo numero della pubblicazione chiamata The Whole Earth Catalog
c’era la foto di una strada di campagna all’alba, quel tipo di strada sulla quale potreste trovarvi a
fare l’autostop se foste così avventurosi. Sotto c’erano queste parole “Siate affamati, siate folli”
Rimanere affamato. Rimanere folle. Me lo sono sempre augurato. Ed ora, per voi che state per
laurearvi, lo auguro a voi”
Il suggerimento era chiaro: rimanere sempre desiderosi di imparare, scoprire per migliorarsi ed
auspicabilmente, migliorare il mondo che ci circonda.
Malala Yousafzai e Steve Jobs, entrambi personaggi famosi, con background culturali tanto diversi,
convengono su un punto comune: l’importanza di esser curiosi e desiderosi di apprendere.
Il Ministero dell’Istruzione insieme al Governo ha messo a disposizione ingenti fondi e favorito
iniziative atte a consentire la ripresa della scuola in presenza e in sicurezza, nella consapevolezza
che il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione deve essere garantito a tutti. Quel diritto
all’istruzione tanto agognato da studenti e studentesse come Malala Yousafzai.
Mi auguro che, anche nei giorni impegnativi che vi si presenteranno, per i più piccoli perché
costituiscono i primi impatti con la socialità e con la vita fuori dalle mura domestiche, per i piu’
grandi perché pieni di ansie per i compiti, per le verifiche e per le sfide da affrontare, non perdiate
mai il gusto, la curiosità, il coraggio e la gioia per la conoscenza e per l’istruzione.
Concludo queste mie riflessioni, porgendo alle studentesse ed agli studenti, alle loro famiglie, ai
dirigenti scolastici, ai docenti ed al personale ATA, al personale degli Uffici e ai Dirigenti che ne sono al timone il mio augurio piu’ sincero di buon anno scolastico e confermando la vicinanza dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna.
Che sia un anno di viaggio leggero, con l’essenziale che vi e ci occorre, vedendo di nuovo, con nuovi occhi la nostra scuola, delicata e complessa, indispensabile e agognata:
“Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono (…). Quando il viaggiatore si è seduto sulla
sabbia della spiaggia e ha detto: “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero.
Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera
quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta
pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non
c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini.
Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.” (2)

Bologna, 9 settembre 2021

Bruno Di Palma
Vice Direttore Generale

Qui la lettera originale

(1) Gabriele Romagnoli, Solo bagaglio a mano

(2) José Saramago, Viaggio in Portogallo